Nella congerie di notizie
apparse in questi giorni sui giornali - per lo più tutte
improntate a disincentivare il correntista ad iniziare una causa contro
la banca, (lunga, difficile, costosa, dall'esito incerto, ecc...) -
questo Studio intende fornire alcuni chiarimenti tecnici basati
esclusivamente su precedenti giurisprudenziali ben anteriori alla nota
sentenza e tutti favorevoli al correntista.
A
titolo esemplificativo prendiamo una causa promossa da un istituto di
credito, (Credito Emiliano), contro un proprio correntista, (Beta Video S.r.l.), ed i relativi fideiussori, (tra cui Esperia S.r.l.),
patrocinata, nell'occasione, da questo Studio Legale.
Breve
cronistoria:
- 12 Aprile 1996: Il Credito
Emiliano chiede, per raccomandata, alla società ed ai
fideiussori il rientro immediato di circa 52.500.000 Lire, quale saldo
passivo di conto corrente.
- 12 Luglio 1996: Non
ricevendo pagamenti entro questa data, il Credito Emiliano ottiene dal
presidente del Tribunale di Reggio Emilia decreto ingiuntivo per Lire
56.616.511, oltre interessi convenzionali dal 13 Giugno 1996 al
saldo.
- 10 Ottobre 1996: Il
fideiussore Esperia S.r.l., tramite questo Studio Legale, formula
formale opposizione, eccependo:
a)
nullità del tasso di interesse applicato
b)
nullità degli addebiti effettuati dalla banca per CMS,
(Commissioni di Massimo Scoperto)
c) riaccredito della
somma pagata dal correntista a titolo di ritenuta d'acconto di imposta
versata ma non dovuta, in considerazione dell'effettivo ammontare del
credito
Il
concetto é semplice:il fideiussore / debitore ha instaurato
una causa all'esclusivo scopo di conoscere di quanto fosse
effettivamente debitore, dal momento che ogni tentativo in tal senso
con la banca era risultato inutile.
- 23 Maggio 2000: Dopo una
seria ed approfondita consulenza, il perito nominato dal Tribunale ha
concluso che la somma dovuta al Credito Emiliano non fosse 56.616.511
Lire, bensì 17.375.465 Lire.
La sentenza, definitiva e non appellata dal
Credito Emiliano, ha solo ristabilito, in epoca ben precedente alla
sentenza a Sezioni Unite della Cassazioni, l'esatta situazione, ovvero
la banca richiedeva 39.241.046 Lire in più di quanto le era
dovuto, (quindi il 225% in più).
A questa sentenza ne sono seguite altre e quasi tutte
condannando la banca e non il correntista.
Oggi, finalmente, la sentenza n.
21095/2004 ha definitivamente sancito l'illegittimità del cd.
anatocismo bancario praticato dagli istituti di credito; detta
sentenza, quindi, identifica a priori chi ha tolto
illegittimamente e deve restituire a chi ha diritto a
riavere.
Questa - e solo questa - é la verità
dei fatti che da sola dimostra che non vi é solo l'ANATOCISMO,
ma esistono parecchie situazioni correlate l'una con l'altra, per cui
bisogna solamente analizzarle attentamente caso per caso.
Nella sezione F.A.Q. abbiamo
inserito alcune clausole che possono imporre la nullità nei
contratti bancari